Alla presenza della scrittrice Antonia Arslan, presidente della commissione del Premio Lorenzo Da Ponte, concorso letterario per romanzi musicali inediti, e di un folto pubblico di appassionati di musica, di letteratura e jazz, il secondo e terzo classificati della prima edizione (2017) hanno presentato due romanzi che, per il loro contenuto, collocano la musica in contesti, pieghe e risvolti della società.

La musica viene spesso investita di significati, ruoli e messaggi, divenendo veicolo di ideali in un linguaggio trasversale che tocca non solo l’arte ma un intero sentire sociale.

Dopo una riflessione del compositore e scrittore Gian-Luca Baldi sul rapporto tra la musica e il potere, i due romanzi sono stati presentati dal giornalista Sergio Frigo alla presenza degli autori con i quali ha avviato un interessante approfondimento non solo musicale ma anche storico e letterario, conclusosi nel salotto di Donella di fronte a un ricco buffet.

Il secondo classificato, Diario di una pausa di Feliciano Casanova de Marco, è un ‘romanzo polifonico’ in cui la musica diventa il filo conduttore di un caleidoscopio di ambienti, situazioni e angolature spaziali e temporali che si svolgono dal 1600 a oggi attraversando l’albero genealogico di una famiglia.

Al terzo posto, La città del jazz di Vania Russo è un affresco sociale ambientato in epoca fascista, un periodo storico in cui il jazz era un genere non consentito in quanto considerato frutto di un’espressione musicale diversa, da censurare perché ritenuta sovversiva e pericolosa.

La serata è stata arricchita dal trio jazz di Tommaso Troncon al saxofono, Gianpaolo Rinaldi all’organo Hammond e Max Trabucco alla batteria, che hanno eseguito oltre all’improvvisazione di composizioni proprie, una selezione di brani jazz dagli anni Quaranta fino all’inizio del free jazz, per concludere con un pezzo, Resolution di John Coltrane, tratto dal capolavoro A love supreme, di cui si parla anche in Diario di una pausa.

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